07 luglio 2008

Rifugio Venezia - 1.947m s.l.m.

Salve a tutti!
Dovevamo andare al rifugio Cima d'Asta, tuttavia all'ultimo momento ci sono state una variazioni di programma che hanno modificato meta e gruppo.
Siamo così finiti a Borca di Cadora, vicino a Cortina, in sei: Mike e la Ale, io e la Ede, Il Presidente Sgarbo e la First Lady Roby.
(defezioni dell'ultim'ora Stino che ringrazia il collega e Bernadete)
Il rifugio prescelto è il Venezia, alla base del Monte Pelmo. A memoria ricordavo che si trattava di poco più di una passeggiata. Impegnativa, ma non molto. Non ricordavo, però, che l'avevo fatta per il versante est, cioè per la strada più rapida. Stavolta l'abbiamo presa per il versante ovest.
Così alle 11.20, da casa nostra, a quota 990 m, partiamo alla volta del rifugio.


Con tutto rispetto gli amici della Puglia e dei trapiantati a Milano, presentarsi in montagna indossando jeans lunghi e Prada da barca a vela fa sempre un certo effetto per chi è in gruppo con te. Ad ogni modo si parte e la salita si presenta ostica per tutti fin dall'inizio.


Passata la prima ora passeggiando tra i boschi giungiamo nei pressi di Malga Ciapela, una sorta di rifugio da dove usciva odore di formaggio fuso e salsicce...
Prima di riprendere la marcia prendiamo in prestito un cartello fondamentale per chi passa per i prati per la foto di gruppo.

Entriamo così nella seconda ora di marcia. E cominciano i problemini. All'improvviso il sentiero scompare e ci perdiamo. Un ridere! Passiamo in mezzo a vegetali di ogni ordine e tipo alla ricerca della via, i primi avvoltoi volteggiano sopra di noi, le Prada si sporcano e sale la disperazione.


La strada è sempre più ripida e la Robi e Sgardo restano indietro. Sono le 14.22 ed è l'ultima volta che li vediamo. Restiamo in quattro. Il tempo è nuvoloso e non c'è traccia del rifugio. Un bambino di ritorno coi genitori anzichè dirci quanto manca, ci ride in faccia e ci consiglia di lasciar perdere... è troppo dura.
Non desistiamo e passata la terza ora vediamo il rifugio!!! Le energie ci tornano e facciamo gli ultimi metri correndo, ignorando il freddo e la fame che ci stanno assalendo.
Di lì a poco Mike e la Ale sono i primi a straiarsi nel prato presso il rifugio. Arriviamo anche io e la Ede... che soddisfazione...

A questo punto ci tornano in mente il Presidente e la First Lady. Avevano un'ora e passa di ritardo su di noi. Erano totalmente inesperti di montagna. Un senso di colpa ci assale: che gli sia successo qualcosa? Che si siano persi? Attendiamo oltre un'ora presso il rifugio. Poi, quando li diamo per spacciati e siamo sul lì lì per chiamare il soccorso alpino, sentiamo echeggiare tra i monti: " ... N i i i i i c o o o o o ...."
Ma dai! Vuoi che un milanese della Milano da bere si metta a gridare tra i monti con un rozzo montanaro? Ma no, probabilmente era un suono che ci ha fatto ricordare Sgarbo.

Il ritorno si presenta decisamente più rapido e verso le 20 siamo di ritorno a casa, dove con gran sorpresa vediamo in terrazza la coppia presidenziale più sorridente che mai! Erano tornati con un po' di anticipo, ma erano stati loro a gridare "Nico" dalla parte opposta della valle!

La domenica l'abbiamo passata in assoluto relax e, dopo una passeggiata a Cortina, siamo tornati a Padova. Giusto giusto cinque minuti dopo che era passata la tromba d'aria!

Nico

ps. lungo il cammino ci siamo chiesti: ma Fausto, qualcuno lo ha più sentito?

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