02 marzo 2007

Un ringraziamento

Salve a tutti, poche righe per ringraziare Fausto per avermi ospitato al 419 della 119th St. di NYC.
Partito decisamente con low expectations (o come dico io con l'hype ridotto al minimo), in pochi giorni Fausto mi ha fatto sentire come a casa.
Ovvio che una città nuova spaventa tutti, se poi si tratta della prima metropoli della vostra vita spaventa ancora di più. Però poi ci si abitua, si trovano i "punti di riferimento" (Starbucks su tutti) e si fa sotto la curiosità di esplorare la città in lungo e in largo. Non più come un semplice turista, ma piuttosto come un "curiosone" che vuole vedere come e dove vivono questi yenkees.
Sinceramente mai mi sarei avventurato da solo nel West Village (chi non lo conosce è il quartiere gay) e in Harlem, ma Fausto mi diceva che è tutto tranquillo e che, anzi, sono posti ben tenuti (tutto vero): cosi mi sono spinto nelle zone meno battute dalla gente di passaggio e ho potuto vedere buona parte della città.

A volerla dire tutta è mancata la vita notturna. Ed è quello che ovviamente tutti mi hanno chiesto al mio ritorno. A parte che i seri studenti della Columbia erano sotto esami e a parte che da solo non mi sarei avventurato in clubs o nights, con la massima tranquillità confermo che (a parte un paio di feste tranquie) sono stati 15 giorni di vita diurna. E a posteriori non me ne pento affatto: NYC era una città così bella da vedere e da passeggiare che era un piacere cazzeggiare da Broadway alla 5a Avenue. Le foto che spero di poter mostrare a molti spero spingano a NYC anche chi non è ancora stato.
Certo, se dovessi tornare, qualche serata matta la vorrei fare; non foss'altro per avere la conferma dei mitici festini collegiali o per testare la non-tenuta alcoolica delle americane. Il Presidente Sgarbo si è già prenotato a farmi da Virgilio!

Concludo ringraziando ancora Fausto non solo per l'ospitalità, ma anche per la compagnia, per le cenette ottime e abbondanti, per avermi fatto toccare con mano la bella vita che fanno i graduates e per le corse che mi faceva fare mentre lui camminava col suo solito passo!

Nico

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